Harding e l’Orchestra di Santa Cecilia chiudono il CSIAF con “Fiori di gelsomino”
Il 27 novembre, la celebre Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, guidata dal maestro Daniel Harding, ha tenuto un concerto presso la Jaguar Shanghai Symphony Hall, offrendo il sontuoso atto conclusivo della ventiquattresima edizione del China Shanghai International Arts Festival (CSIAF).
In occasione del 55º anniversario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, l’orchestra ha voluto al suo fianco la pianista Beatrice Rana, una delle artiste più acclamate della scena internazionale, per presentare insieme un viaggio musicale attraverso l’Europa. Questa esibizione non solo ha segnato il primo viaggio in Cina di Harding nella veste di direttore musicale dell’ensemble, ma ha anche rinnovato il profondo legame tra questo gioiello sinfonico italiano e la città di Shanghai, scrivendo un nuovo capitolo per gli scambi culturali tra i due Paesi.
Il concerto si è aperto con l’appassionata ouverture dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi. Per questa prestigiosa orchestra italiana, eseguire Verdi significa tornare alla propria madrelingua artistica, e al contempo onorare il proprio debutto sul palcoscenico del Festival di Shanghai. Sotto la bacchetta di Harding, la partitura — ricca di tensione drammatica e splendide melodie — ha acceso immediatamente la sala con autentico ardore italiano. A seguire, la pianista Beatrice Rana, medaglia d’argento al Concorso Van Cilburn, ha eseguito con l’orchestra il Concerto per pianoforte in Sol maggiore di Ravel.
Nel 150º anniversario della nascita del compositore francese, Rana ha offerto un’interpretazione di precisione e vivida sensibilità, restituendo tutto il fascino senza tempo di quest’opera del Novecento, che fonde con maestria la vivacità del jazz ai colori sfavillanti dell’impressionismo francese.
Nella seconda parte, la Sinfonia n. 2 in Mi minore di Rachmaninov ha dispiegato la profonda introspezione della musica russa. Questo poema sinfonico, che dalle ombre si slancia verso la luce, è un capolavoro assoluto della sinfonia lirica russa.
Tra gli applausi prorompenti del pubblico, Harding è salito di nuovo sul podio. Quando le prime note di Moli Hua (“Fiori di gelsomino”), hanno preso vita dalla sua bacchetta, la sala è esplosa in un applauso istantaneo. Al termine del brano, un’ovazione fragorosa ha riempito lo spazio. In quel momento, la bellezza perenne dello scambio reciproco tra le civiltà d’Oriente e d’Occidente ha risuonato nel cuore di ogni ascoltatore.
Fonte: Shanghai Observer