IBLAC: Tre decenni di consulenza internazionale per il futuro di Shanghai

italian.shanghai.gov.cn| 2025-10-02
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Veduta aerea del porto di Yangshan, a Shanghai. [Foto/IC]

Nel 2024 il porto di Shanghai è diventato il primo al mondo a superare i 50 milioni di TEU (unità equivalenti a venti piedi) nel traffico container annuale, confermandosi come lo scalo più trafficato del mondo per il quindicesimo anno consecutivo.

Quasi la metà di questo volume è stata gestita presso il porto di Yangshan, il terminal container automatizzato più grande al mondo.

In pochi sanno, tuttavia, che le origini di questo avveniristico porto risalgono a oltre trent’anni fa, quando durante un incontro dell’International Business Leaders’ Advisory Concil of Shanghai (IBLAC) venne discussa per la prima volta l’idea.

Nato nel 1989, il consiglio si proponeva una missione precisa: offrire alle autorità di Shanghai prospettive e consulenze internazionali per promuovere lo sviluppo economico e favorire una più stretta integrazione con i mercati internazionali.

Alla riunione inaugurale parteciparono 12 membri di spicco provenienti da otto nazioni.

Durante il terzo incontro nel 1991, Huub Crijins, all’epoca presidente del Consiglio di amministrazione della società olandese Pakhoed, sollevò una questione cruciale. Sottolineò come i bassi fondali del porto di Shanghai avrebbero precluso l’accesso alla nuova generazione di navi portacontainer e mercantili.

La sua osservazione ispirò lo sviluppo del porto di Yangshan, che oggi rappresenta il pilastro dello status di Shanghai come hub marittimo di rilevanza mondiale.

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Leader di aziende internazionali partecipano alla 36ª riunione annuale dell’IBLAC a Shanghai il 22 settembre 2024. [Foto/IC]

L’evoluzione dell’IBLAC

Il porto di Yangshan rappresenta un esempio emblematico dell’impatto concreto dell’IBLAC sullo sviluppo di Shanghai.

Dalla sua fondazione, l’IBLAC è cresciuto passando da 12 membri provenienti da 8 paesi agli attuali 46 membri di 15 nazioni, oltre a 11 membri onorari. Quaranta membri hanno confermato la loro partecipazione all’edizione di quest’anno.

Dei 46 membri attuali, 24 rappresentano aziende della Fortune Global 500 e sette sono presenti nella Forbes Global 2000. Le imprese coinvolte detengono complessivamente una capitalizzazione di mercato superiore a 3,5 trilioni di dollari e generano gettito fiscale annuale a Shanghai per oltre 35 miliardi di yuan (circa 4,9 miliardi di dollari).

I partecipanti provengono sia da economie mature come Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito, sia da mercati emergenti come Thailandia, Singapore e Corea del Sud.

Nel corso degli anni, la rappresentanza settoriale si è ampliata, superando i confini tradizionali della manifattura e dell’estrazione mineraria per abbracciare comparti come i semiconduttori, la biomedicina, l’efficienza energetica e la tutela ambientale.

Questa evoluzione rispecchia la trasformazione di Shanghai negli ultimi trent’anni: da polo industriale e commerciale tradizionale a centro internazionale per economia, finanza, commercio, trasporti marittimi e innovazione scientifico-tecnologica.

Anche i temi degli incontri, che riflettono l’evoluzione delle priorità e degli orientamenti strategici della città, sono mutati nel corso degli anni.

Negli anni Novanta, quando Shanghai era principalmente un polo industriale e commerciale, i dibattiti vertevano su come incrementare il valore aggiunto della produzione, rimuovere gli ostacoli agli investimenti esteri e rilanciare le imprese statali.

Con l’inizio del nuovo secolo e il crescente inserimento di Shanghai nel contesto internazionale, l’agenda si è spostata verso il rafforzamento dell’innovazione, la costruzione di una città più verde e lo sviluppo dei servizi moderni.

A partire dagli anni 2010, i temi hanno rispecchiato l’ambizione della città di potenziare il proprio soft power, sviluppare un modello urbano resiliente e a basse emissioni di carbonio, e affermarsi come centro internazionale per l’innovazione scientifica e tecnologica.

Oltre ai contributi specifici, il lascito più duraturo dell’IBLAC potrebbe risiedere nella cultura del dialogo aperto che ha saputo coltivare. I membri apprezzano in particolare le sessioni pomeridiane a porte chiuse introdotte nel 2009, che consentono un confronto più diretto e schietto con i sindaci dopo l’assemblea plenaria.

Questo scambio aperto ha consolidato la fiducia della comunità imprenditoriale internazionale.

Come ha affermato Severin Schwan, presidente del Consiglio di amministrazione di Roche Group e attuale presidente del Consiglio dell’IBLANC: «Condividiamo tutti l’impegno per Shanghai e la Cina, nonché una solida fiducia nel futuro e nel potenziale della città».